Nel replicare sull’argomento, a domanda precisa, Amadeus ha sentenziato.
“Non amo le etichette, non amo parlare di generi, si parla di esseri umani, ognuno è libero di vivere la propria vita come crede e di viverla pubblicamente. Sanremo non deve essere un luogo diverso da altri. Ai bambini va spiegato che esiste una persona diversa da un’altra, che esiste una donna che ama una donna, un uomo che ama un uomo e che tutto ciò è normale, l’amore non deve essere etichettato, e questo messaggio va portato ovunque, sul luogo di lavoro, in tv, nello spettacolo, con il rispetto di tutti, i bambini capiscono eccome, non mi pare siano mai stati sconvolti. L’importante è che non si sconvolgano i genitori, perché se tu non capisci un messaggio, non sai spiegarlo a tuo figlio.”
Tutto questo caro Amadeus è giusto ed è sacrosanto e concordo su ogni tua parola, però permettimi che ti dica di lasciar fare il lavoro dei genitori a chi genitore lo è, lascia dare questo tipo di insegnamento (o di comunicazione), al proprio figlio, dal genitore stesso e non da te che dovresti fare un altro lavoro, quello del bravo conduttore di Sanremo e non dell’“indottrinatore” ai nostri figli di ciò che è “nomale” in ambito morale e sessuale.
Teniamo presente che il Festival di Sanremo lo guardano migliaia di persone, persone che per cultura, per religione o anche mentalità, la pensano in maniera diametralmente opposta a questo tipo di messaggio ed ecco allora perché in questo caso, come in altri casi quando ha fatto comodo, dovreste adottare il “politicamente corretto” ma anche il politicamente rispettoso verso tutti i pensieri e mentalità altrimenti rischiate, cari “indottrinatori”, di far irrigidire le menti di molte persone e creare così degli attriti che normalmente non ci sarebbero… E invece No! Dovete per forza premere il tasto di far emergere la diversità a tutti i costi, e questo è il modo incisivo per puntare il dito verso quella direzione… ma lo state facendo voi, perché gli italiani sono molto più intelligenti di quello che non pensate… e i bambini, sono mentalmente più aperti di quello che non immaginate… Ma lasciate i bambini a fargli fare ancora il mestiere di bambini, e per quanto riguarda la loro educazione, non siete proprio voi i più accreditati a farlo… caro Ama e cara RAI.
E non mi voglio dilungare sul caso “Rosa Chemical” ossia Manuel Franco Rocati, cantante nel Festival il cui look ricorda molto quello di Achille Lauro il quale ha pensato bene di annunciarsi, nei giorni scorsi, rilasciando una intervista a Vanity Fair nel corso della quale ha esposto la sua concezione degli affetti e delle relazioni; da viversi senza limiti né vincoli. Direi una dichiarazione illuminante visto che la giornalista che l’ha intervistato è stato «su OnlyFans, un sito di intrattenimento per adulti… […] Rosa Chemical fa contenuti porno». Per quanto riguarda il brano non è che il solito spot del genderfluid…
Grazie Ama. Grazie RAI. Grazie per gli ottimi insegnamenti che date ai nostri ragazzi cosa che Rai Educational passa letteralmente in secondo piano, anzi diventa cosa oramai estinta.
E non voglio approfondire le altrettante dichiarazioni di Elodie che, in una intervista, tra le altre cose ha detto: “Le nostre figlie e le nostre nipoti devono crescere in un Paese in cui il termine “p*ttana” è sinonimo di “persona decisa, che sa quello che vuole”… Ovviamente il discorso è decontestualizzato, ma il messaggio è chiaro e forse potrebbe anche essere interpretato… male.
Grazie Ama. Grazie RAI. A quando verranno sdoganate anche le bestemmie sul palco dell’Ariston?
Ed infine, l’apparizione di Fedez con un testo dalle strofe polemiche. Parla infatti dei temi più vari andando da Matteo Messina Denaro all’attacco al ministro vestito da nazista Galeazzo Bignami fino ad arrivare alla querelle infinita con il Codacons, dove al termine della sua esibizione, rivolgendosi ad Amadeus, dice: «Appellandomi all’articolo 21 della Costituzione citato anche da Benigni, mi assumo la responsabilità di quello che ho detto. Il testo della canzone non era stato preannunciato allo staff». Con buona pace di Ama (e forse anche con un buon livello di ipocrisia) che accetta la dichiarazione di buon grado.
Inoltre, il caso Blanco (e chissà cos’altro ancora ci riserverà questa edizione festivaliera…) – però vi faccio notare che i musicisti continuavano tranquillamente a suonare e che Blanco era quasi sorridente quasi sapesse… o magari, avesse concordato il tutto preventivamente (andate a guardare il suo videoclip, quello di Blanco che non devasta i fiori come a Sanremo ma gli dà fuoco, e magari proprio da questo spunto qualche “mente brillante” ha ben pensato – spero di no – di montare su, tutta quella sceneggiata) – ma rimane comunque il suo deplorevole comportamento, anzi comportamento da teppista in mondovisione visto purtroppo anche da molti ragazzi che spero non lo emulino. Ma una cosa altrettanto preoccupante (a meno che, come ho detto prima, non fosse tutto concordato) è che Amadeus non ha invitato Blanco a scusarsi, e neppure Amadeus stesso si è scusato ma la sua preoccupazione era solo quella di fargli ripetere l’esibizione, mentre la soluzione era scusarsi con il pubblico e “invitare” Blanco a lasciare il palco di Sanremo. Caro Ama, hai toppato alla grande! Solo il pubblico ha dato un segnale forte manifestando indignazione per il maleducato accadimento. Ma anche qui, non ci sarà e non c’è stata nessuna scusa. Grazie Ama. Grazie Rai.
Ed infine, ma assolutamente non per ultimo anzi dovrebbe essere al primo posto, il fatto che all’inizio della prima puntata quando Amadeus (con grande finzione scenica e notevole ipocrisia) ha parlato del terremoto in Turchia chiedendo un minuto di silenzio… …che, indicativamente, è durato al massimo 10 secondi per poi iniziare subito la kermesse anche perché, ovviamente, gli sponsor pressano sui risultati dello share o audience, che dir si voglia, e non sulle lacrime e pensieri spirituali verso dei nostri fratelli.
Altra pantomima, quella di Volodymyr Zelensky che doveva essere presente con un videomessaggio ma che invece, pare dalle autorità Ucraine, sia stata presa la decisione di inviare solo un testo scritto… non commento, ma io non darei mai voce ad una persona che percorre la strada della guerra senza la volontà di tendere la mano a colui che in precedenza gliel’aveva tesa. La cosa importante è far richiesta di armi… Spero che per questo intervento, se pur su testo, non sia stato previsto un cachet anche lui.
E mi fermo qui perché, a parte le canzoni ma solo alcune e poche canzoni si salvano dal buon gusto, non voglio dilungarmi ulteriormente su di un Festival che non rappresenta la maggior parte degli italiani, compresi gli autoctoni e gli alloctoni che per loro fortuna non pagano il canone Rai.
Caro Ama, non arrogarti di un diritto che non hai. Non paghiamo il canone per finanziare messaggi con ideologia gender che dovrebbero essere lasciati in altri ambiti, sicuramente, molto più consoni e svolti da professionisti del settore, ma soprattutto lasciare questa scelta alla volontà personale e non “imporla” in una vetrina internazionale. E non rispondere come hai risposto al Ministro Salvini dicendo che: “basta non guardarlo”, certo è vero… basta non guardarlo, ma non è questa una risposta seria da dare.
Per quanto riguarda la RAI, ci dovrebbe essere un Organo super partes che impedisca di divulgare in modo subdolo sia l’ideologia gender che i rapporti omosessuali (argomenti più che leciti ma da destinarsi ad altri ambiti), penso di averne diritto in quanto lo state facendo con i soldi di molti contribuenti, oltre che con i miei, quelli del canone.
Ma non vi crucciate e non prendetevela con il sottoscritto anche perché non potete darmi di bacchettone, in quanto non sono cattolico, altresì sono di mentalità molto aperta, però a tutto c’è sempre un limite, anche quello del buon gusto e della raffinatezza che in questo Festival sta mancando.
Inoltre, a mio figlio so io come spiegargli le dinamiche di genere e di giusta educazione, credetemi.
Sicuramente di questo Sanremo ricorderò principalmente quel trio leggendario che porta il nome di Al Bano, Massimo Ranieri e Gianni Morandi, che non solo ha fatto emozionare ma ha dato una lezione a molti di cosa vuol dire essere professionisti, professionali, saper veramente cantare e anche divertirsi oltre che amare e rispettare il pubblico.
Mi fermo qui anche se ci sarebbe ancora molto da dire… ma spero che nessuno si sia risentito per ciò che ho espresso in questo percorso, al massimo mi potrò appellare anche io all’Art. 21 della Costituzione Italiana:
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
...Pensare ad un avvicendamento, No?...
Maurizio Seby Bartolini
Direttore Responsabile
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