“Dopo le grandi epidemie del 2018 e del 2019, con quasi 200.000 casi di morbillo, questi sono scesi a 12.000 nel 2020 e a 159 nel 2021. Nel 2022, invece, sono aumentati a quasi 1.000 casi in 27 paesi dell’America Latina. A livello globale e nel 2021, quasi 40 milioni di bambini non hanno ricevuto alcuna dose del programma vaccinale raccomandato: 25 milioni la prima e ulteriori 14,7 milioni la seconda. L’Organizzazione Panamericana della Sanità/Organizzazione Mondiale della Sanità sollecita ad aumentare e mantenere un’adeguata copertura vaccinale contro morbillo, rosolia e parotite e ribadisce che la vaccinazione, la sorveglianza epidemiologica e la preparazione di una risposta rapida alle epidemie costituiscono le tre principali strategie per interrompere la trasmissione di questi virus. Prima che iniziasse la vaccinazione di massa nel 1980, il morbillo uccideva 2,6 milioni di persone all’anno in tutto il mondo, 12.000 delle quali nelle Americhe. In 35 anni, si è verificata una riduzione dei casi del 95%, da 4,5 milioni di casi nel 1980, a circa 244.700 casi segnalati nel 2015. Nelle popolazioni malnutrite e prive di assistenza sanitaria adeguata, il morbillo può uccidere il 10% delle persone colpite”.
La malattia “morbillo”
Il morbillo è una malattia virale trasmessa attraverso le secrezioni respiratorie. È tra le 10 principali cause di morte per malattie infettive ed è la seconda causa di morte per malattie prevenibili con vaccino nei bambini sotto i 5 anni di età. I sintomi iniziano con naso che cola, tosse e lieve febbre e continuano con occhi arrossati e sensibili alla luce. Dal terzo al settimo giorno la temperatura può raggiungere i 41⁰C e sul viso inizia un’eruzione cutanea rossa che dura dai quattro ai sette giorni per poi diffondersi a tutto il corpo. Al contrario, possono comparire piccole macchie bianche sulle gengive e all’interno delle guance. Il virus del morbillo inizialmente infetta le cellule immunitarie del tratto respiratorio, che trasportano l’infezione ai linfonodi. Man mano che le cellule vengono distrutte dall’infezione, si rompono e vengono espulse quando si tossisce e si starnutisce.
Recente comparsa di casi di morbillo
Perché si manifesti un’epidemia sono necessarie due componenti: le persone sensibili – generalmente bambini – e l’introduzione del virus nella popolazione (la maggior parte avviene dopo un viaggio e il ritorno a casa).
Una persona che non è stata precedentemente infettata o vaccinata generalmente viene contaminata nel 90% dei casi se esposta, rappresentando una minaccia particolare per le persone che non possono essere vaccinate (bambini di età inferiore a un anno e persone immunocompromesse).
Nel mondo si sono verificati più di 171mila casi di morbillo nel 2022 e più di 280mila nel 2023, con un aumento di oltre il 60%. Tuttavia, l’intero continente americano è stata la prima regione al mondo dichiarata libera dalla rosolia nel 2015 e libera dal morbillo nel 2016.
D’altra parte, prima che fosse dichiarato il panico globale a causa della pandemia di SARS CoV2, l’86% dei bambini in tutto il mondo era stato vaccinato con una dose prima del secondo anno di età, ma tale cifra è scesa all’81% nel 2021. Secondo i dati pubblicati da autorità internazionali, nel 2022 sono stati segnalati quasi 400.000 casi di morbillo in 166 Stati membri dell’OMS, di cui la metà confermati. L’omissione dei vaccini nel periodo in cui i sistemi sanitari erano travolti dal panico CoVID-19 ha generato lacune nei programmi di immunizzazione e si stima che 22 milioni di bambini non abbiano ricevuto la prima dose di vaccino nel 2022.
In Argentina, non si registravano casi autoctoni dal 2000 e di rosolia e rosolia congenita dal 2009, quando la circolazione endemica fu interrotta (da allora sono stati registrati pochi focolai isolati di durata inferiore a un anno). Nella dodicesima settimana del 2020 è stata registrata un’epidemia, con quasi 200 casi e il 22% ha richiesto il ricovero ospedaliero, principalmente a causa di complicazioni respiratorie.
Nel 2024, l’Autorità sanitaria nazionale ha emesso un “Allarme Epidemiologico”, che sollecitava le équipe sanitarie a rafforzare la sorveglianza di tutte le malattie esantematiche febbrili, e a verificare e completare i calendari vaccinali, sensibilizzando la popolazione sull’importanza della consultazione precoce prima della comparsa di febbre ed eruzioni cutanee. I casi sospetti di morbillo e rosolia costituiscono eventi di notifica obbligatoria in Argentina regolati dalla Legge 15.465, che obbliga i professionisti medici e biochimici a notificare (in caso di sintomi compatibili, è necessario richiedere l’anamnesi di viaggio). Ogni caso sospetto deve essere segnalato entro 24 ore, disponendo l’isolamento del paziente fino a 7 giorni dalla comparsa dell’eruzione cutanea. Se è necessario il ricovero in ospedale, è necessario l’isolamento respiratorio.
Il virus del morbillo
I virus del morbillo sopravvivono nell’ambiente e mostrano un piccolo calo del titolo sierico in frigorifero e per 8 mesi o a -72°C per più di un anno. Sono inattivati dalle radiazioni gamma o beta.
Il genoma del virus del morbillo è costituito da una singola molecola di RNA negativo di 15.894 nucleotidi, che funge da modello per produrre gli RNA messaggeri che codificano ciascuna delle proteine virali. Durante la replicazione viene prodotto un RNA intermedio che funge da antigenoma, con una sequenza complementare che viene poi trascritta in un genoma negativo. Incorporate nell’involucro virale ci sono un’emoagglutinina e una proteina di fusione, coinvolta nel legame con le cellule umane.
Le proteine del virus del morbillo sono coinvolte nella soppressione della risposta immunitaria.
I ceppi selvatici sono generalmente patogeni e i ceppi utilizzati per i vaccini che sono stati attenuati dal passaggio cellulare, solitamente dall’isolato di Edmonston, suscitano risposte immunitarie efficaci.
Proteine nelle cellule umane che si legano al virus del morbillo
Il virus del morbillo fissato rilascia una matrice di RNA nella cellula per la produzione di RNA messaggeri e RNA antigenomici come intermedi di replicazione.
I principali recettori cellulari a cui si legano questi virus sono le molecole di attivazione della segnalazione linfocitaria (SLAM o CD150), che sono espresse sulle cellule immunitarie. È stato dimostrato che infettano le cellule epiteliali della trachea, dei bronchi, dei polmoni, del cavo orale, della faringe, dell’esofago, dell’intestino, del fegato e della vescica, che non esprimono SLAM ma producono e rilasciano virus, quindi l’infezione delle cellule SLAM negative sarebbe mediata da altri recettori. Anche la nectina-4 o CD46, espressa sulle cellule umane nucleate, è stata identificata come recettore del morbillo. CD46 protegge le cellule dagli effetti tossici del complemento attivato.
Complicanze della malattia del morbillo
L’interazione del virus con il sistema immunitario innato provoca un fenomeno immunosoppressivo che si è rivelato con risposte negative ai test antitubercolari nei bambini malati di morbillo. Il 30% dei bambini e degli adulti può sviluppare infezioni alle orecchie e diarrea, e la polmonite è una complicanza potenzialmente grave che può causare la morte (il tasso di mortalità è compreso tra 1 e 3 persone su 1.000 casi complicati, essendo più elevato nei minori di 5 anni e negli immunodepressi).
Inoltre, il morbillo è associato ad altre malattie, perché circa 1 paziente su 1.000 sviluppa un’infiammazione del tessuto cerebrale (encefalite), una condizione che causa disabilità in circa 1 caso su 4. La maggior parte delle forme lievi di encefalite guariscono entro 2-4 settimane, ma alcune continuano a soffrire di affaticamento per diversi mesi. D’altra parte, l’encefalite post-infettiva o l’encefalomielite acuta disseminata nei bambini (che viene trattata principalmente con corticosteroidi e immunoglobuline per via endovenosa come trattamento empirico di seconda linea) può causare epilessia e disturbi dell’apprendimento.
La complicanza più grave del morbillo è l’encefalite sclerosante subacuta (PES). La PES è il risultato di una risposta immunitaria carente (ridotta risposta cellulare), che impedirebbe l’eradicazione del virus. Il virus del morbillo può subire mutazioni all’interno dei neuroni che gli permettono di eludere la risposta immunitaria e rimanere apparentemente inattivo prima di innescare una risposta infiammatoria con distruzione dei tessuti. I sintomi di solito compaiono anni dopo il morbillo. Inizialmente questa complicanza si presenta con cambiamenti comportamentali, scarso rendimento scolastico e deterioramento intellettuale, con una diminuzione costante della funzione motoria e nella maggior parte dei casi disfunzione autonomica e paralisi focale. I sintomi visivi a volte precedono l’insorgenza della malattia. Successivamente compare una diminuzione delle capacità motorie, con mioclono (movimento rapido a scatti che non può essere controllato), discinesia (movimenti involontari anomali) e distonia (contrazione muscolare mantenuta e simultanea), con sintomi extrapiramidali (tremori, posture rigide, movimenti incontrollabili della lingua, delle labbra o del viso, ammiccamento frequente, movimenti incontrollabili delle dita con contrazioni sostenute o intermittenti movimenti di gruppi muscolari antagonisti, posture contorte e ripetitive) e spasticità (aumento della tensione muscolare). Lo stadio finale si manifesta con il mutismo e lo stato vegetativo. Le PES possono comparire tardi durante la gravidanza con disfunzione cognitiva. I bambini nati da madri con PES tendono ad essere sani.
Il periodo di latenza varia da 7 a più di 10 anni, con periodi più brevi nei bambini che hanno contratto il morbillo sotto i 2 anni di età. Altri fattori di rischio finora conosciuti associano la vita in zone rurali o colpite da povertà estrema, al sovraffollamento e con più fratelli a causa di una maggiore probabilità di esposizione e contagio in età più giovane. Il rischio è maggiore negli uomini e con esordio più tardivo e maggiore latenza nelle donne. Nelle persone con immunodeficienza acquisita, o nei bambini le cui madri hanno avuto il morbillo durante la gravidanza, o se si è verificato un trasferimento incompleto di anticorpi durante la gravidanza, la PES può presentare un’esordio precoce con un decorso fulminante.
I risultati nel liquido cerebrospinale delle PES mostrano rapporti anticorpali specifici del morbillo tra siero e liquido cerebrospinale, indicando una secrezione intratecale. Gli elettroencefalogrammi mostrano anomalie nel 65-85% dei casi e le immagini iniziali possono essere normali, ma progrediscono fino a mostrare lesioni periventricolari della sostanza bianca, seguite dalla diffusione alle strutture cerebrali profonde e al tronco cerebrale. La risonanza magnetica ci consente di seguire la progressione della malattia e la spettroscopia di risonanza magnetica mostra infiammazione e demielinizzazione. L’RNA del virus può essere rilevato nel cervello, negli occhi e nel midollo spinale e le biopsie cerebrali rilevano il virus all’interno dei neuroni, delle cellule di supporto neuronale e dei linfociti.
Nelle persone con PES post-morbillo, gli antiepilettici sono stati utilizzati per controllare le convulsioni, i sintomi mioclonici e l’encefalopatia. Il trattamento alternativo della dieta chetogenica come integratore, in rari casi aneddotici, potrebbe essere utile per controllare i sintomi, ma in brevi periodi di tempo. Le molecole oggetto di studio in vitro includono agenti anti-apoptotici e piccoli RNA interferenti che inibiscono la replicazione virale. La prognosi per la PES è triste e il tasso di remissione spontanea del 5% può durare anni. Valutazioni recenti suggeriscono che l’incidenza delle pipì potrebbe essere superiore a quanto stimato in precedenza, forse fino a 40-700 per milione di casi di morbillo, con una mortalità superiore al 95% e una durata media della vita dalla presentazione iniziale di 3,8 anni (da 45 giorni a 12 anni).
L’urgente necessità di proteggere la popolazione
Il morbillo è altamente contagioso: una persona affetta da morbillo può infettare da 12 a 18 persone (principalmente bambini sotto i cinque anni di età). Pertanto, vaccinare i bambini è il modo sicuro ed efficace per proteggerli.
Il vaccino, in circolazione dagli anni ’60, viene somministrato tramite iniezione (che include la protezione contro la parotite e la rosolia). Una dose è efficace al 90% circa contro il morbillo e due dosi hanno un’efficacia superiore al 97%.
A livello globale, e in seguito al calo della copertura vaccinale contro il morbillo, nel 2022 i casi sono aumentati del 18% e i decessi sono aumentati del 43% (rispetto al 2021).
Va tenuto presente che tra il 1970 e il 1979 i paesi dell’America Latina hanno segnalato 220.000 casi di morbillo/anno e, grazie al vaccino, si è registrata una riduzione del 95% in 35 anni (da 4,5 milioni di casi nel 1980 a 244.700 nel 2015). Tuttavia, tra il 2020 e il 2022, più di 1 milione di bambini non sono stati protetti dal vaccino. Ad oggi la copertura regionale nel continente americano della prima dose di vaccino MMR è stimata all’85%, cioè al di sotto della soglia minima richiesta (95%). Questa tendenza minaccia di invertire il calo dei decessi per morbillo tra il 2000 e il 2018. Inoltre, anche la copertura con la prima dose di vaccino è diminuita nella regione europea dal 96% nel 2019 al 93% nel 2022, mentre la seconda dose è scesa da 92. % nel 2019 al 91% nel 2022.
Va sottolineato che gli effetti avversi di questo vaccino sono rari (leggera febbre temporanea in circa 1 su 3.000 vaccinati). Il dolore articolare può comparire negli adolescenti o nelle donne adulte. Molto raramente, circa 2 settimane dopo la vaccinazione MMR, si possono osservare eruzioni cutanee correlate all’immunizzazione contro la rosolia (porpora idiopatica che migliora senza trattamento e si verifica in 1 su 24.000 dosi di MPR). Tuttavia, il rischio di sviluppare porpora idiopatica a causa della malattia del morbillo o della rosolia è molto più elevato rispetto a quello derivante dal vaccino. D’altra parte, esiste una probabilità molto piccola di sviluppare febbre alta da 6 a 11 giorni dopo la vaccinazione MMR e molto raramente convulsioni febbrili (molto meno frequenti di quelle osservate come conseguenza diretta del morbillo).
In conclusione, sapendo che il morbillo, una malattia altamente contagiosa con gravi complicazioni, che si trasmette attraverso l’aria, colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni e presenta lacune immunitarie. I Paesi devono raggiungere e mantenere una copertura superiore al 95%, avendo dimostrato che due dosi di vaccino hanno prevenuto più di 50 milioni di decessi dal 2000. In Argentina il programma vaccinale nazionale prevede che tutti i bambini a 12 mesi e a 5 anni ricevano il triplo vaccino virale vaccino contro il morbillo, la rosolia e la parotite e che le persone nate prima del 1965 non hanno bisogno di essere vaccinate.
Di fronte alla recrudescenza di una malattia con rischi di invalidità e morte che era stata praticamente eliminata prima del 2021, è necessario evidenziare ancora una volta gli effetti negativi generati dal panico globale dovuto a un virus respiratorio dalla fine del 2019. Preoccupazioni infondate sulla disinformazione riguardante la sicurezza di quelli che fino ad allora erano vaccini efficaci, associate all’invasione permanente di “fake news” e iperinformazione dovuta al panico ingiustificato sul CoVID, si mescolavano ad obiezioni filosofiche e mistiche religiose contro la vaccinazione. Il risultato nel 2024 è il fallimento del controllo del morbillo in tutto il mondo. Sapendo che due dosi di vaccino contro il morbillo sono sicure ed efficaci, è urgente proteggere la popolazione dai rischi di disabilità, sofferenza e morte associati a questa malattia, coinvolgendo tutti i livelli di governo, indipendentemente dalle obiezioni economiche e dai conflitti nazionali e internazionali che distraggono l’attenzione.
Maurizio Seby Bartolini
Direttore Responsabile
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Traducción Española
ALERTA DE LA ORGANIZACIÓN PANAMERICANA DE LA SALUD POR EL DESCUIDO FRENTE A ENFERMEDADES MORTALES PREVENIBLES
De un estudio en profundidad del Prof. Dr. Pablo Goldschmidt, surge lo siguiente ...
El reciente comunicado difundido por la Organización Panamericana de la Salud indica:
“Tras las grandes epidemias de 2018 y de 2019, con cerca de 200.000 casos de sarampión, éstos decayeron hasta los 12.000 en 2020 y 159 en 2021. En 2022, sin embargo, aumentaron a casi 1.000 casos en 27 países de América latina. A escala mundial y en 2021, cerca de 40 millones de niños no recibieron ninguna las dosis del esquema vacunal recomendado: 25 millones la primera y unos adicionales 14.7 millones la segunda. La Organización Panamericana de la Salud / Organización Mundial de la Salud insta a elevar y mantener coberturas adecuadas de vacunación contra sarampión, rubeola y parotiditis y reitera que la vacunación, la vigilancia epidemiológica y la preparación de la respuesta rápida a brotes constituyen las tres grandes estrategias para la interrupción de la transmisión de estos virus. Antes de que comenzara la vacunación masiva en 1980, el sarampión mataba a 2,6 millones de personas al año en todo el mundo, 12.000 de ellas en las Américas. En 35 años, hubo en una reducción de casos del 95%, de 4,5 millones de casos en 1980 se reportaron aproximadamente 244.700 casos en 2015. En poblaciones con malnutrición y falta de atención sanitaria adecuada, el sarampión puede llegar a matar a 10% de los afectados”.
La enfermedad “sarampión”
El sarampión es una enfermedad viral transmitida por secreciones respiratorias. Se encuentra entre las 10 principales causas de muerte por enfermedades infecciosas y es la segunda causa de muerte por enfermedades prevenibles mediante vacunación en menores de 5 años. Los síntomas se inician con secreción nasal, tos y fiebre leve, y continúan con ojos enrojecidos sensibles a la luz. Del tercer al séptimo día la temperatura puede alcanzar hasta 41 ⁰C y una erupción roja que dura de cuatro a siete días comienza en la cara y luego se extiende por todo el cuerpo. Por otra parte, pueden aparecer pequeñas manchas blancas en las encías y en el interior de las mejillas. El virus del sarampión inicialmente infecta a las células inmunitarias del tracto respiratorio, que transportan la infección a los ganglios linfáticos. A medida que las células se destruyen como consecuencia de la infección, se desprenden y se expulsan al toser y estornudar.
Emergencia reciente de casos de sarampión
Para que emerja un brote se requiere de dos componentes: personas susceptibles, -generalmente niños-, y la introducción del virus en la población (la mayoría se producen después de un viaje y regreso al domicilio).
Una persona que no ha sido previamente infectada o no vacunada, generalmente se contamina el 90% de las veces si está expuesta, lo que representa una amenaza particular para las personas que no pueden vacunarse, (bebés menores de un año y personas con el sistema inmunológico comprometido).
En el mundo hubo más de 171 mil casos de sarampión en 2022 y más de 280 mil en 2023, lo que representó un aumento superior al 60%. Sin embargo, el continente americano en su totalidad fue la primera región del mundo declarada libre de rubéola en el 2015 y de sarampión en 2016.
Por otra parte, antes de declararse el pánico global por la pandemia de SARS CoV2, el 86% de los niños de todo el mundo habían sido vacunados con una dosis antes de cumplir dos años, pero esa cifra se redujo al 81% en 2021. Según datos publicados por las autoridades internacionales, en 2022 se notificaron cerca de 400.000 casos de sarampión en 166 estados miembros de la OMS, de los cuales la mitad fueron confirmados. La omisión de vacunas durante el periodo en que los sistemas de salud se vieron abrumados por el pánico de la CoVID-19, ha generado brechas en los programas de inmunización y se estima que 22 millones de niños no recibieron la primera dosis de la vacuna en el 2022.
En la Argentina no se habían registrado casos autóctonos desde el año 2000 y de rubéola y de rubéola congénita desde el año 2009, cuando se interrumpió la circulación endémica (desde entonces se registraron pocos brotes aislados de menos de un año de duración). Un brote se registró en la semana 12 del año 2020, con cerca de 200 casos, y 22% requirieron hospitalización principalmente por complicaciones respiratorias.
En 2024, la autoridad sanitaria nacional emitió una “Alerta Epidemiológica”, que instó a los equipos de salud a fortalecer la vigilancia de toda enfermedad febril exantemática, y a verificar y a completar esquemas de vacunación, sensibilizando a la población sobre la importancia de la consulta temprana ante la aparición de fiebre y exantema. Los casos sospechosos de sarampión y rubéola constituyen en la Argentina eventos de notificación obligatoria regulados por la Ley 15.465, que obliga a profesionales médicos y bioquímicos a la notificación (ante síntomas compatibles, se debe indagar sobre antecedentes de viaje). Todo caso sospechoso deberá notificarse dentro de las 24 horas, disponiendo el aislamiento del paciente hasta los 7 días siguientes del inicio del exantema. En caso de requerir internación, se requiere aislamiento respiratorio.
El virus del sarampión
Los virus del sarampión sobreviven en el medio ambiente y muestran poca caída en el título en el suero en la heladera y durante 8 meses o a -72°C durante más de un año. Se inactivan por radiación gama o beta.
El genoma del virus del sarampión está formado por una única molécula de ARN negativo de 15.894 nucleótidos, que sirve como plantilla para producir los ARN mensajeros que codifican cada una de las proteínas virales. Durante la replicación se produce un ARN intermedio que actúa como anti genoma, de secuencia complementaria que luego se transcribe en genoma negativo. En la envoltura viral están incrustadas una hemaglutinina y una proteína de fusión, implicadas en la unión a las células humanas.
Las proteínas del virus del sarampión están implicadas en la supresión de la respuesta inmune.
Las cepas salvajes son generalmente patógenas y las cepas utilizadas para las vacunas que fueron atenuadas por pasajes celulares, generalmente a partir del aislado de Edmonston, provocan respuestas inmunes eficaces.
Las proteínas de las células humanas que fijan al virus del sarampión
El virus del sarampión fijado, libera en la célula una matriz de ARN para la producción de ARN mensajeros y de ARN anti-genómicos como intermediarios de la replicación.
Los principales receptores celulares donde se fijan estos virus son las moléculas de activación de señalización de linfocitos (SLAM o CD150), que se expresan en las células inmunes. Se ha demostrado que infectan células epiteliales de la tráquea, bronquios, pulmones, la cavidad oral, la faringe, el esófago, los intestinos, el hígado y la vejiga, que no expresan SLAM pero producen y liberan virus, por lo que la infección de células SLAM negativas estaría mediada por otros receptores. La nectina-4 o CD46 que se expresa en células humanas nucleadas ha sido identificada también como receptor del sarampión. CD46 protege a las células de los efectos tóxicos del complemento activado.
Complicaciones de la enfermedad sarampión
La interacción del virus con el sistema inmunitario innato provoca un fenómeno inmunosupresor que se puso de manifiesto con respuestas negativas a pruebas antituberculosas en niños enfermos con sarampión. El 30% de los niños y adultos pueden desarrollar infecciones de oído y diarrea, y la neumonía es una complicación potencialmente grave que puede provocar la muerte (tasa de mortalidad es de 1 a 3 personas por cada 1.000 casos complicados, siendo más alta en menores de 5 años y en inmunodeprimidos).
Además, el sarampión se asocia con otras enfermedades, porque cerca de 1 de cada 1.000 pacientes desarrolla inflamación del tejido cerebral (encefalitis), afección que provoca discapacidad en aproximadamente 1 de cada 4 casos. La mayoría de las formas leves de encefalitis se recuperan en 2 a 4 semanas, pero algunas seguirán padeciendo fatiga durante varios meses. Por otra parte, la encefalitis post infección o la encefalomielitis aguda diseminada en niños (que se trata principalmente con corticoesteroides y con inmunoglobulinas intravenosas como tratamiento empírico de segunda línea.) pueden provocar epilepsia y trastornos del aprendizaje.
La complicación más grave del sarampión es la pan encefalitis esclerosante subaguda (pees). La pees, es el resultado de respuestas inmunes deficientes (respuesta celular reducida), que impedirían que se erradique al virus. El virus del sarampión puede sufrir mutaciones dentro de las neuronas que le permiten evadir la respuesta inmune y permanecer aparentemente inactivo antes de desencadenar una respuesta inflamatoria con destrucción del tejido. Los síntomas suelen presentarse años después del sarampión. Inicialmente esta complicación se presenta con cambios de conducta, bajo rendimiento escolar y deterioro intelectual, con disminución constante de la función motora y en la mayoría de los casos disfunción autonómica y parálisis focal. Los síntomas visuales a veces preceden al inicio de la enfermedad. Luego aparece una disminución de la motricidad, con mioclonías (movimiento espasmódico rápido que no se puede controlar)., discinesia (movimientos involuntarios anormales) y distonía (contracción muscular mantenida y simultánea de músculos), con síntomas extrapiramidales (temblores, posturas rígidas, movimientos incontrolables de la lengua, labios o cara, parpadeos frecuentes, movimientos incontrolables de dedos con contracciones sostenidas o intermitentes de grupos musculares antagónicos, posturas retorcidas y repetitivas) y espasticidad (aumento en la tensión de los músculos). El estadio final se manifiesta con mutismo y estado vegetativo. La pees puede aparecer de forma tardía durante el embarazo con disfunción cognitiva. Los niños nacidos de madres que padecen pees tienden a estar sanos.
El período de latencia varía de 7 a más de 10 años, con períodos más cortos en niños que padecieron sarampión menores de 2 años. Otros factores de riesgo conocidos a la fecha asocian el hábitat en zona rural o afectada por la pobreza extrema, con hacinamiento, con varios hermanos debido a una mayor probabilidad de exposición e infección a una edad más temprana. El riesgo es mayor en varones y con inicio más tardío y mayor latencia en las mujeres. En personas con inmunodeficiencia adquirida, o en niños cuyas madres tuvieron sarampión durante el embarazo, o si hubo una transferencia incompleta de anticuerpos durante la gestación la pees puede presentar un inicio temprano con curso fulminante.
Los hallazgos en el líquido céfalo-raquídeo de pees muestran coeficientes de anticuerpos específicos contra el sarampión entre suero versus líquido céfalo-raquídeo que indican secreción intratecal. Los electroencefalogramas muestran alteraciones en 65% al 85% de los casos y las imágenes iniciales pueden ser normales, pero progresan mostrando lesiones de la sustancia blanca periventricular, seguidas de diseminación a estructuras cerebrales profundas y al tronco del encéfalo. La resonancia magnética permite seguir la progresión de la enfermedad y la espectroscopia de resonancia magnética evidencia inflamación y desmielinización. Se puede detectar el ARN del virus en el cerebro, los ojos y la médula espinal y en las biopsias cerebrales se detecta el virus dentro de las neuronas, en las células de soporte neuronal y en los linfocitos.
En las personas con pees post sarampión, los antiepilépticos se han utilizado para el control de las convulsiones y los síntomas mioclónicos y la encefalopatía. El tratamiento alternativo de la dieta cetogénica como suplemento, pudo en raros casos anecdóticos resultar útil para controlar síntomas, pero en cortos periodos de tiempo. Las moléculas en estudio in vitro incluyen agentes anti apoptóticos y pequeños ARN de interferencia que inhiben la replicación viral. El pronóstico de la pees es sombrío, y la tasa de remisión espontánea del 5% puede durar años. Las evaluaciones recientes sugieren que la incidencia de la pees puede ser mayor de lo que se estimaba, tal vez de hasta 40 a 700 por millón de casos de sarampión, con una mortalidad que supera el 95% y un promedio de vida desde la presentación inicial de 3,8 años (de 45 días a 12 años).
La imperiosa necesidad de proteger a la población
El sarampión es altamente contagioso: una persona con sarampión puede contagiar de 12 a 18 personas (principalmente a menores de cinco años). Por eso, vacunar a los niños es la forma segura y eficaz de protegerlos.
La vacuna, que existe desde la década de 1960, se administra en una inyección (que incluye protección contra las paperas y la rubéola). Una dosis tiene una eficacia de cerca del 90% contra el sarampión y dos dosis, superior al 97%.
A nivel mundial, y después de la disminución de la cobertura de vacunación contra el sarampión, los casos en el 2022 aumentaron un 18 % y las muertes aumentaron un 43 % (en comparación con 2021).
Debe tenerse presente que entre 1970 y 1979, los países de América Latina reportaron 220.000 casos de sarampión:/año, y gracias a la vacuna, hubo en una reducción del 95% en 35 años (de 4,5 millones de casos en 1980 a 244.700 en 2015). Sin embargo, entre 2020 y 2022, más de 1 millón de niños no fueron protegidos por la vacuna. A la fecha, la cobertura regional en el continente americano de la primera dosis de la vacuna MMR se estima en el 85%, o sea por debajo del umbral mínimo exigido (95%). Esa tendencia amenaza revertir la caída en las muertes por sarampión entre 2000 y 2018. Además, la cobertura con la primera dosis de la vacuna también disminuyó en la región europea del 96% en 2019 al 93% en 2022, mientras que la segunda dosis cayó del 92% en 2019 al 91% en 2022.
Debe subrayarse que los efectos adversos de esta vacuna son poco frecuentes (ligera fiebre pasajera en aproximadamente 1 de cada 3.000 vacunados). El dolor en las articulaciones puede aparecer en adolescentes o en mujeres adultas. En muy raras ocasiones, aproximadamente 2 semanas después de la vacuna MMR pueden observarse erupciones, que se relacionan con la inmunización contra la rubéola (púrpura idiopático que mejora sin tratamiento y se presenta en 1 de cada 24.000 dosis de MMR). Sin embargo, el riesgo de desarrollar púrpura idiopático por la enfermedad sarampión o rubéola es muchísimo mayor que por la vacuna. Por otra parte existe una muy pequeña probabilidad de manifestar fiebre alta de 6 a 11 días después de la vacuna MMR y muy raramente convulsiones febriles (mucho menos frecuentes que las que se observan como resultado directo del sarampión).
En conclusión, sabiendo que el sarampión, enfermedad altamente contagiosa y con serias complicaciones, que se transmite por el aire, afecta principalmente a niños menores de cinco años, y frente a los vacíos de inmunidad. los países deben alcanzar y mantener una cobertura superior al 95%, habiéndose probado que dos dosis de la vacuna han evitado más de 50 millones de muertes desde el año 2000. En la Argentina el calendario nacional de vacunación establece que todos los niños a los 12 meses y a los 5 años reciban la vacuna triple viral contra el sarampión, la rubeola y las paperas, y que las personas nacidas antes de 1965 no necesitan vacunarse.
Frente al rebrote de una enfermedad con riesgos de discapacidad y muerte que fuera prácticamente eliminada antes del 2021, es necesario volver a poner de manifiesto los efectos adversos que generó desde fines del 2019 el pánico global por un virus respiratorio. Las preocupaciones infundadas por desinformación referida a la seguridad de lo que hasta ese momento eran las vacunas eficaces, asociadas a la invasión permanente de “fake news” y a la hiperinformación por el pánico injustificado por la CoVID, se mezclaron con objeciones filosóficas, y místico-religiosas contra la vacunación. El resultado en el 2024 es el fracaso del control del sarampión a nivel mundial. Sabiendo que dos dosis de la vacuna anti-sarampión son seguras y eficaces, es urgente que se proteja a la población de los riesgos de discapacidad, de sufrimiento y de muerte asociados a esta enfermedad, comprometiendo a todos los estratos de los gobiernos, independientemente de objeciones económicas y conflictos nacionales e internacionales que distraigan la atención.
Maurizio Seby Bartolini
Director Responsable
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