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Rubrica di Informazione ed Intrattenimento del Direttore Responsabile Maurizio Seby Bartolini)
La maggior parte delle persone utilizza i servizi cloud indipendentemente dal fatto che ne sia consapevole o meno. Pensa al tuo Smartphone.
Dove pensi che venga eseguito il backup di foto, file multimediali, file e impostazioni? Cosa c’è dietro la tua capacità di recuperare i tuoi contenuti ovunque ti trovi nel mondo o la capacita di ascoltare la musica o addirittura vedere il tuo film preferito in alta risoluzione senza problemi di spazio? Quando navighi, con tutta probabilità usi quotidianamente il cloud.
Ad esempio, quando effettui una ricerca su Google o in altri motori di ricerca, in realtà ti stai appoggiando al cloud. Qual è la condizione sine qua non per far funzionare il tutto? Beh ovviamente una connessione ad Internet. Oggi tutti, ovunque, parlano di CLOUD.
Ma facciamo un passo indietro, definiamo la parola Cloud.
Il termine Cloud, Nuvola, deriva dal Cloud Computing cioè una Nuvola Informatica, attraverso la quale è possibile utilizzare sui nostri devices (PC, Tablet, Smartphone) dati, servizi, software, hardware, infrastrutture posizionati su dei server remoti. (ovvero potenti e capienti computer sempre accessibili h24).
L’idea di una “rete intergalattica di computer” fu introdotta da JCR Licklider, responsabile nel 1969 dello sviluppo di ARPANET, l’Advanced Research Projects Agency Network (Rete dell’Agenzia per i progetti di ricerca avanzati). Sviluppata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, all’origine questa rete nasceva come mezzo per lo scambio di informazioni in modo veloce e sicuro: praticamente il primo network progenitore del moderno internet.
Nel non lontano1996 prima la Compaq, poi nel 1997 VMware e Salesforce, grandi aziende americane, hanno cominciano a dare i primi servizi virtuali alle aziende.
Nel 2002 il BlackBerry permette a tutti noi di avere internet sul telefonino. Un crack! Ogni manager di azienda utilizzava il servizio BlackBerry.
Nel 2004 entra in scena Google con Gmail: il loro servizio di posta elettronica è cloud based. Oggi quasi tutti noi abbiamo un account Gmail o utilizziamo i loro servizi.
Con l’esplosione del Web 2.0, il cloud ha fatto passi da gigante. La vera svolta è avvenuta con Amazon che comincia a vendere i Web Services bel 2008: tutto il mondo comincerà a parlare di Cloud.
Anche Microsoft si avverrà di servizi cloud ovviamente che vende con il nome di Azure.
Dopo una lunga attesa, anche Apple approda nel mondo del cloud computing, lanciando nel 2011 il famoso iCloud. Da questo momento il modello Saas (Software-as-a-Service) prolifera, con un vero e proprio boom, grazie soprattutto alle applicazioni cloud.
Conservare i dati in lontanissimi data center è la normalità ormai.
Oggi il Cloud è dappertutto. In ogni citta, in ogni luogo, in ogni dove.
Quando usiamo una webmail, quando impostiamo il nostro GPS con i nostri dati, quando vediamo un film on demand o utilizziamo i nostri dati bancari tramite la app apposita. I nostri servizi VoIP stessi possono essere considerati dei servizi Cloud. La connettività Ultra banda, processori più potenti, l’Internet of Things (cioè i vari dispositivi, il televisore, la lavatrice fino alla macchina che taglia l’erba sono collegati alla rete), la gestione più efficiente dei Big Data renderanno ancora di più il Cloud presente nelle nostre vite attraverso dei dispositivi come gli smartphones, ma anche con i sensori diffusi nel Werable, la tecnologia nei vestiti che indossiamo tutti i giorni.
Le persone normali sono già nel Cloud. Viviamo nel Cloud, respiriamo nel Cloud.
Molte le aziende, soprattutto le medio piccole, non riescono a cambiare mentalità, perché il cosiddetto “computer fisico”, ovvero l’hardware, gli dà più sicurezza, perché secondo loro possono controllarlo e gestirlo... Ma a quale prezzo? Ne vale la pena? Quanto costa la corrente, la manutenzione, il tecnico, le licenze?
Il mio compito oggi è quello di offrire un ruolo educativo nei confronti della classe imprenditoriale e fargli capire quanto possono migliorare in termini di prestazioni e di “portafoglio”.
Prima del cloud un’azienda avrebbe dovuto acquistare la costosa licenza per l’utilizzo del software e poi mettere in piedi un team di esperti hardware e software per installare, configurare, testare, eseguire, proteggere, aggiornare il programma una volta acquistato.
Ovviamente, piccole e medie aziende non avevano le risorse per poterlo fare o per farlo per tutti i programmi di cui avevano bisogno e spendevano tantissimi soldi in assistenze, anche per collegare una stampante in rete, cosa normalissima oggi.
Oggi invece, grazie al “cloud computing”, le aziende interessate a specifici servizi semplicemente affittano il servizio via cloud e pagano a consumo, sempre comunque accedendo tramite il cloud al servizio.
Il programma che permette la fruizione del servizio ed i dati contenuti in esso (ad esempio, tutti i dati relativi alle vendite) sono accessibili via Internet all’azienda, ed eventualmente ai suoi utenti o clienti.
I vantaggi del cloud per le aziende sono numerosi. Il fornitore del servizio cloud, chiamato “hosting service provider“, gestisce tutto ciò che riguarda hardware e software al posto dell’azienda semplicemente con un click!
L’azienda accede al servizio e ai suoi dati via Internet, e si può così focalizzare soltanto sul proprio business, dimenticandosi di tutto il lato tecnico. Non si deve preoccupare più ad esempio di installare o aggiornare il programma.
Inoltre, l’azienda può pagare solo le funzionalità necessarie: se non serve avere una specifica funzionalità, il costo del servizio è più basso.
Gli aggiornamenti sono automatici, la scalabilità verso l’alto o verso il basso è semplice, e i dati sono duplicati in più data centers (immensi edifici dove sono ospitati centinaia e migliaia di servers).
Anche in caso di guasti tecnici o attacchi di hackers ai servers di un data center, l’hosting provider può recuperare e duplicare nuovamente i tuoi dati dai servers negli altri data centers senza nessuna perdita dei dati.
Ovviamente, questi vantaggi valgono anche per gli utenti privati.
Quando ti affidi ad esempio ad un servizio cloud come quello di INTRATEL (www.intratel.pl) o di ONE STEP CLOUD (www.onestepcloud.com) per archiviare i tuoi dati, non ti devi preoccupare della possibile perdita dei dati: sai che vengono duplicati più volte in più sedi geografiche diverse e sono dati gestisti in tutta sicurezza grazie poi alla Cybersecurity (insieme di persone, processi e tecnologie che si fondono per proteggere le aziende da potenziali attacchi digitali) puoi dormire su mille guanciali.
La parte più interessante è che oggi non sei obbligato a comprare un programma, ad installarlo, ad aggiornarlo, ad avere un computer potente per poterlo usare o un computer capiente per conservare tutti i dati che man mano accumuli nel tempo.
Ma vi ricordate quanto costava un server aziendale? Oppure il vostro primo computer che avete comprato per i vostri figli? Grandi spese che dovevate aggiornare sistematicamente perché la tecnologia corre veloce e quel computer dopo circa due anni era già vecchio.
Tornando ai nostri tempi, ad esempio, oggi ti basta una connessione Internet ed un browser oppure un app per accedere gratuitamente a servizi di gestione foto o video come Instagram o YouTube, puoi utilizzare documenti gratuiti su Google Docs, oppure connettersi ai vari social networking come Facebook, oppure leggere le email come Gmail e le varie news nel mondo in tempo reale etc.
Sono tutti servizi cloud! E li utilizziamo ogni giorno.
Vorrei solo farvi riflettere sui vari progetti, divisi per settori, che insieme a INTRATEL (www.intratel.pl) stiamo portando avanti per quanto riguarda l’utilizzo del Cloud per apportare un miglioramento tangibile nella nostra società.
Immaginate un percorso dove si può rendere intelligente la segnaletica stradale e la segnaletica in generale, fino a sistemi di illuminazione collegati a dei sensori (in cloud) che si adattano al comportamento dei lampioni delle condizioni esterne.
Di conseguenza si accendo e si spengono quando necessario, consumando meno energia e abbassando i costi energetici.
Sfruttiamo la potenza dell’IoT e dei big data per migliorare gli orari dei trasporti pubblici, bilanciare il carico dei trasporti pubblici, migliorare i percorsi e sviluppare metodi di pagamento intelligenti più convenienti, come smart card e pagamenti mobili.
La gestione intelligente dei parcheggi consente di decongestionare il traffico indirizzando gli utenti verso i parcheggi disponibili e incrementa notevolmente il livello di servizio erogato. Un sensore IoT per il monitoraggio dei parcheggi, molto piccolo e facilmente posizionabile, è in grado di rilevare le informazioni sulla disponibilità dei parcheggi e inviarle al sistema centrale per elaborare una mappa dei posti liberi.
Gestire una stalla oggi è, infatti, completamente affidata alla domotica. Quindi grazie ad un’App è possibile gestire la stalla da remoto in tempo reale con i dati rilevati dai dispositivi (o sensori) presenti. Con pochi click, quindi, sarà possibile sapere se gli animali si sono nutriti, se i vitelli sono allattati a sufficienza o se necessitano di integrazioni, se le mucche sono in calore, se sono pronte a partorire, se la temperatura e l’umidità è ottimale e così via.
Pensate poi invece ad esempio alla possibilità per un dottore, in caso di emergenza medica, di accedere alla tua cartella sanitaria via cloud per capire se sei allergico o meno a certi farmaci o effettuare una diagnosi migliore (sistemi nazionali di Electronic Health Records sono già disponibili in numerosi Stati).
Nei prossimi articoli andremo a parlare di Intelligenza Artificiale, di Blockchain, di IoT, di Realtà Aumentata e ancora come difendersi da alcuni attacchi informatici, soprattutto quelli che avvengo nel nostro telefonino.
Maurizio Seby Bartolini
Direttore Responsabile
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