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Rubrica di Informazione ed Intrattenimento del Direttore Responsabile Maurizio Seby Bartolini)
Il Principato è una meraviglia dietro l’altra, passiamo dal museo a cielo aperto a spazi dove la tecnologia si amalgama con l’arte con i suoi quartieri tipici dove è possibile ripercorrere la Storia dei Grimaldi.
In tutto questo, comunque, il quartiere più rappresentativo del Principato di Monaco è sicuramente Monte Carlo (che deve il suo nome al Principe Carlo III di Monaco) dove non solo fa sfoggio di belle spiagge ma anche dei molti eventi sportivi e mondani che si susseguono anche a breve distanza l’uno dall’altro, ma si vedono anche sfilate di yacht ormeggiati fra Port Hercule e Port de Fontvieille oltre alle auto di lusso che transitano le strade monegasche. Monte Carlo inoltre è famoso anche per il suo maestoso Casinò, presente in molte pellicole cinematografiche dei film di Hollywood, che domina e rende ancor più importante l’omonima piazza continuando a rafforzare le casse dello stato.
Di tutti coloro che popolano questo Stato solo una bassa percentuale dei suoi abitanti è di origine monegasca.
Il Principato di Monaco riesce ad attrarre la maggior parte delle persone per la sua aurea regale ed è grazie anche alla sua politica fiscale agevolata che questo lembo di Costa Azzurra è una grande manifestazione di abbondanza e ricchezza che ritroviamo dai grattacieli tecnologici, ai porti affollati (anche da molte celebrità) di yacht, oltre all’esclusivo Casinò e locali che servono elaborate rivisitazioni di drink iconici e cocktail sofisticati. Ma ci regala anche un’ampia offerta enogastronomica di molteplici sapori, Spa all’altezza di ogni esigenza che rigenerano anima e corpo, e poi spettacolari tramonti sul mare resi ancor più magici dall’ambiente circostante.
Nonostante l’alone di ricchezza il Principato nasconde angoli tutti da scoprire, autentici e assolutamente particolari, luoghi da visitare sempre e comunque, soprattutto nelle grandi occasioni.
E le occasioni non mancano per lasciarsi coinvolgere sia emotivamente che culturalmente con molte divagazioni sportive come le Grand Prix de Monaco di Formula 1, il Rally di Monte-Carlo, oppure immergersi nella natura del Monte Carlo Golf Club (un paradiso verde tra cielo e mare, con vista sulla Costa Azzurra e Riviera Ligure) o essere protagonisti al Tennis Club di Monte-Carlo (affascinante per l’architettura in stile Liberty ed il suo affaccio sul mare)… e poi molte altre cose da vedere come, la città vecchia, Monaco Ville (informalmente nota come Le Rocher) che sorge sull’originario nucleo fortificato ed è arroccata in posizione dominante su uno spuntone di roccia.
Per arrivare in cima alla “città vecchia” è possibile prendere la scala mobile oppure percorrere la via più antica, ma anche la più faticosa, la cinquecentesca Rampe Major tutta in mattoni rossi. Nel XIII sec. la rampa è stata per lungo tempo l’unica via di comunicazione tra l’altopiano ed il Palazzo del Principe (Palais Princier). Fra il 1835 ed il 1837, quando il progresso dell’artiglieria rese la fortezza meno inespugnabile, il Principe Honoré V fece costruire una strada carrozzabile, con pendenza costante, sul fianco della roccia dal lato di Port Hercule fino alla cima meridionale sopra Fort Antoine.
Percorrendo le stradine strette della rocca, fra palazzi reali e musei vari, si ha quasi l’impressione di tornare indietro nel tempo dove il chiasso della vita mondana della zona del porto è difficilmente percepibile.
Ma è arrivando alla Piazza del Palazzo dove, alle ore 11.55 precise, ogni giorno davanti al Palazzo del Principe regnante Alberto si svolge la cerimonia del cambio della guardia dei Carabinieri.
I “moschettoni” oltre ad essere responsabili della sicurezza dei Principi, sono anche la loro Guardia d’Onore e, nelle occasioni speciali, sono le sue scorte. “Onore, Lealtà, Devozione” è il loro motto.
Percorrendo la strada principale di Monaco Ville ad un certo punto, ed in posizione scenograficamente meravigliosa perché situato sul picco della scogliera, troviamo il “Musée Océanographique” che è stato costruito nei primi del ‘900 e ospita un intero banco corallino, 90 vasche con 450 specie mediterranee ed una particolarmente e suggestiva “Sala delle Balene” con scheletri ed embrioni di cetacei e antichi strumenti di esplorazione marina. Nel museo c’è anche la “Vasca Tattile” dove specialmente i bambini si potranno divertire ad accarezzare liberamente i pesci.
Di lì a poco troviamo un grande luogo di culto molto caro ai monegaschi, ma anche il luogo dove viene alimentato il mito della Principessa Grace Kelly sepolta vicino al suo consorte il Principe Ranieri III, la Cattedrale di Monaco dove possiamo trovare tutti i sepolcri della dinastia monegasca.
Sul volume “La Cathédrale de Monaco” (di C. Passet, P. Blanc e L. Thévenon per Editions du Rocher, Monaco 2011) proprio nell’introduzione l’Arcivescovo di Monaco Bernard Barsi scrive: - Da più di cento anni la Cattedrale di Monaco seduta con orgoglio sulla Rocca, svolge la missione di riunire i monegaschi nei momenti più solenni della vita della diocesi del Principato… -
Altri luoghi, fra i tanti, da visitare sono i giardini paesaggistici e molti spazi verdi con preziose essenze e fiori con piante dalle molteplici varietà, di cui il Principato ne va molto orgoglioso.
Qui troviamo il Giardino Esotico (voluto dal Principe Alberto I) che ospita oltre mille specie di cactus e organi o piante provvisti in abbondanza di tessuti acquiferi come le diverse tipologie di Aloe o Crassula oltre ad esemplari giganteschi che ne testimoniano la loro antichità.
Vicino al Giardino Esotico si trova la Grotta dell’Osservatorio chiamata così perché anticamente era presente un piccolo osservatorio astronomico… ma non solo, perché la roccia calcarea che è stata scavata dall’acqua carica di gas carbonio vede la presenza di caverne con suggestivi stalattiti, stalagmiti e varie altre formazioni che il carbonato di calcio ha cristallizzato. Ma l’ulteriore sorpresa attestata dai resti delle ossa di animali testimonia la presenza di uomini preistorici di cui possiamo vedere le collezioni al Museo di Antropologia preistorica.
Possiamo, poi, anche trovarci a percorrere i viottoli sinuosi e scoscesi dei Giardini di Saint-Martin (il primo giardino pubblico aperto nel Principato nel 1816) dove, associando arte e botanica, molte specie vegetali straordinarie si amalgamano armoniosamente con le sculture. Ed è proprio qui su questo promontorio che si affaccia sul mediterraneo è possibile vedere la statua in bronzo realizzata dall’artista Francois Cogne che rappresenta il “Principe navigatore” cioè il Principe Alberto I.
I giardini della Société des Bains de Mer sono strettamente legati allo sviluppo di una parte del Principato di Monaco, Montecarlo, che ha avuto la sua espansione verso il 1893 in occasione della creazione del Casinò sul Rocher degli Spélugues, all’epoca totalmente privo di vegetazione e arido. Ma grazie alla concezione e le linee guida dei giardini alla “francese” del grande architetto Edouard André, è riuscito ad amalgamare e abbinare avvallamenti, cascate d’acqua, ruscelli e i laghetti in stile paesaggistico facendo risaltare anche una nota esotica, tra le più caratteristiche, piantando alcune specie di origine subtropicale la cui parte di questi giardini viene denominata “Petite Afrique”.
Ma il Principato di Monaco ci regala (in Avenue Princesse Grace) anche un altro angolo esotico dove, nel rispetto dei consolidati principi della filosofia zen, è possibile riscoprire tutti quegli elementi immutabili di un classico giardino del Sol Levante e quindi goderne non solo i profumi ma anche il paesaggio stesso con laghetti, isole, cascate, lanterne, ponti, casa del tè e, ovviamente, giardino zen. “Le Jardin Japonais” è un angolo di paradiso creato nel 1994, su richiesta del Principe Ranieri III, dall’architetto paesaggista Yasuo Beppu.
I visitatori entreranno in uno scrigno verde e ricco mix di tradizioni giapponesi che incontrano elementi mediterranei, perfetto connubio tra giardinieri del Principato di Monaco in collaborazione con i giardinieri giapponesi.
Oltretutto, le siepi di bambù, le tegole (isola di Awaji), le lanterne di pietra e i legni utilizzati per la costruzione, specialmente del portale e della casa del tè, sono stati importati dal Giappone, mentre le varie specie vegetali come pini, ulivi, melograni ecc., di origine mediterranea, per dar loro l’effetto di ispirazione giapponese, sono state potate e lavorate per tre anni dal Maestro Beppu.
Non poteva mancare un giardino per bambini, che propone anche attività adatte a tutte le età, ed è il vero polmone verde nel cuore del Principato, il Parco Princesse Antoinette, luogo privilegiato di un ettaro che ospita ulivi centenari, una mini-fattoria, orto e casa del custode giardiniere dove i bambini possono anche usufruire di un orto pedagogico per l’apprendimento della pazienza e del rispetto della natura, inoltre si possono svolgere varie attività ludiche non solo per bambini (giochi, altalene, spazi gioco con sabbia, etc.) ma anche per adolescenti con terreni omnisports, due campi per badminton e tennis-pallone, ping-pong, ed un mini-golf da 18 buche in terra battuta.
Infine, voglio concludere invitandovi a visitare una parte del Principato di Monaco densa di profumi e colori, oltre che di ricordi…
Il Roseto Princesse Grace.
Perché se è pur vero che il tempo passa la memoria rimane, ed in questo caso rimane nella memoria proprio la Principessa Grace, icona di stile e fascino che ha toccato i nostri cuori, come anche quelli di molte altre persone, che la ricordano ancora oggi con affetto e grande stima.
È stato realizzato nel 1984, restaurato nel 2014, e si possono ammirare i fiori intensi e delicati del maestro giardiniere Matthias Meilland.
Le rose che si possono ammirare sono moltissime fra le quali risaltano quelle dedicate ovviamente a Grace Kelly, al Principe Ranieri III, a Carolina e a Stéphanie.
Ma anche a Henri Matisse, Jeanne Moreau, Edith Piaf, Elisabetta II, Michelangelo, Cristoforo Colombo e altri ancora.
Inoltre, inciso su una grande pietra, resta eterno un pensiero della principessa:
«Cos’ha una rosa di così speciale da renderla molto più che un fiore?
Forse il mistero che ha accumulato negli anni, forse la gioia che continua a dare».
E voglio concludere con alcune parole di Vicente Blasco Ibáñez (autore di romanzi e novelle spagnolo, nato a Valencia nel 1867 e morto a Mentone nel 1928), scritte alla fine del dicianovesimo secolo sul celebre tratto di Costa, oltreché belle ed incisive, paiono perfettamente attuali quando parla di “ghirlande di luci” al calar della sera, grandi yacht e, soprattutto, del “rumore continuo di vita”.
Maurizio Seby Bartolini
Direttore Responsabile
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