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Rubrica di Informazione ed Intrattenimento del Direttore Responsabile Maurizio Seby Bartolini)
Quando io ero ai miei inizi giornalistici incontrai degli “strani ragazzi” che all’epoca “facevano cose strane”, erano però molto avanti sui tempi, all’avanguardia su moltissime cose… …Nei primi anni ’90 c’erano le provocazioni negli arditi piani dei “Frisco Boxe” (così si facevano chiamare) con varie tipologie di spettacoli dagli svariati titoli come “Tempo sospeso” (dove usavano musica e canzoni miscelate con satira, ironia, grottesco e animazione con trovate coreografiche divertenti), “Cavaddu ceu de la minera” (spettacolo dedicato a Domenico Modugno), oppure “I Collari del tempo e dello spazio” (omaggio alla poesia del ‘900 ambientata perlopiù su opere futuristiche) e tanti altri ancora di grande impatto musicale e culturale, fino ad arrivare lui a suonare come chitarrista nella band degli “Hot Rod Surfers” …
Ecco, come prima anticipato, con uno di questi personaggi ho continuato un rapporto di amicizia e collaborazione che oggi ritrovo ancor più di inestimabile valore…
Ha esordito con il suo primo libro dal titolo “Un’altra delusione” dove un manoscritto dimenticato da un vanesio critico letterario e l’aggressione di un bullo di quartiere stravolgeranno l’ordinaria vita di due amici, scatenando una serie di eventi talvolta incredibili…
L’autore è Stefano Bacci per Arpeggio Libero Editore.
Stefano, come si usa dire, intanto fammi una tua sintetica presentazione.
- Professionalmente sono Avvocato civilista che segue principalmente il diritto di famiglia. La scelta è stata dettata sia dal mio approccio a tale branca del diritto, in quanto all’inizio sono entrato in uno studio dove non veniva seguito il diritto penale, sia per una propensione personale verso la materia, in particolare separazioni e divorzi. Come scrittore è passione nata in età matura: l’aver pubblicato il primo e, ad oggi, unico romanzo crea una sensazione strana a presentarmi come “scrittore”.
Partiamo dal principio. In che ambiente sei cresciuto? C’erano dei libri e come hai iniziato a leggere?
- I libri sono sempre stati nella mia vita ed in quella della mia famiglia. In casa abbiamo due biblioteche colme di libri posti su tre file per ripiano. Come collezione è seconda solo a quella di vinili, pensa che il primo LP l’ho acquistato in seconda media, ma avevo già un nutrito numero di 45 giri da far girare nel mangiadischi.
Quali sono gli scrittori italiani contemporanei che leggi?
- Mi piace variare. Riguardo gli italiani, tra i cosiddetti classici ho predilezione per Piero Chiara. Tra i contemporanei, Silvia Avallone e Enrico Brizzi mi piacciono molto. Ma la mia passione è la letteratura internazionale. Amo molto gli autori russi classici, in particolare Dostoevskij e Goncarov, per poi passare a scrittori americani come Steinbeck e John Fante. Per un relax d’autore in assoluto Stephen King, ho letto tutti i suoi libri, quando escono li conservo per agosto sulla spiaggia.
Il libro che non avresti mai voluto leggere?
- Onestamente non so risponderti. Un tempo portavo a fine anche quelli che non mi piacevano. Con l’invecchiare sono diventato più selettivo e se il libro non mi coinvolge lo lascio.
Allora in questo caso ti rifarò la domanda del libro che non avresti mai voluto leggere, dopo che avrò anche io pubblicato il mio... A parte le battute...
Se dovessi descriverti con tre romanzi, quali sarebbero?
- “Oblomov” appunto di Goncarov, poi “Bar Sport” di Stefano Benni. Lasciamo il terzo posto libero, non vorrei fare un torto a nessuno di quei romanzi o racconti in cui anche in minima parte mi sono riconosciuto.
La tua professione di avvocato influisce su come scrivi?
- Moltissimo. I procedimenti civili si basano quasi esclusivamente sulla forma scritta, a differenza del processo penale in cui l’eloquio e la presentazione dell’avvocato incide molto sul risultato finale. Il mio lavoro mi ha insegnato la sintesi, per cercare di accentrare l’attenzione del giudice sui punti fondamentali del contendere, senza perdersi in digressioni ed esercizi di stile inutili.
Cosa nutre la tua immaginazione? E quindi come nascono le tue storie?
- Posso dirti come sono nate le due storie che ho scritto. La prima, “Un’altra Delusione”, pubblicata da Arpeggio Libero, nasce in maniera che potrei definire “anomala”. C’era la voglia in me di ascoltare storie improbabili; se ci pensi bene, ascoltiamo spesso racconti di fatti spesso simili tra loro. Quando l’ho scritto ho pensato: - se qualcuno mi raccontasse storie del genere sicuramente mi stupirebbe. - Ed è così che sono nate le vicissitudini dei vari personaggi. Del secondo posso al momento anticiparti il titolo, “Finali”… la stampa è stata rimandata a seguito degli accadimenti di questi ultimi tempi. Quando riprenderanno regolarmente le mostre e fiere del libro spero venga pubblicato al più presto. Posso comunque dirti che anche in questo romanzo si intrecciano storie di vari personaggi ed ognuna di esse ha qualcosa di… …irrisolto.
Cosa c’è di te in quello che scrivi e in alcuni personaggi presenti nel racconto?
- Non sono storie autobiografiche ma in esse potrai trovare molti segnali delle mie passioni: la musica, il Bologna F.C. …il mare delle isole greche…
Visto che in questo tuo libro ti viene facile la citazione di cantanti, registi e film o artisti vari, se dovessi mettere una colonna sonora nel tuo libro “Un’altra Delusione”, quale sarebbe?
- Visto i numerosi riferimenti, l’album “Cruelty And The Beast” dei Cradle Of Filth… uno dei personaggi viene chiamata come la protagonista dell’album.
Come ti senti quando scrivi un libro.
- Intanto, devo scrivere in condizioni ambientali giuste. Ho scritto in silenzio nel mio studio ma anche sotto l’ombrellone in spiaggia. Quando finisco mi sento come “svuotato”, hai presente dopo un allenamento? In questo caso senza fatica fisica ma con la stessa sensazione che si prova dopo la doccia… …di benessere.
Il prossimo libro che scriverai?
- Come ti ho detto, ho da poco consegnato il secondo… per il terzo posso dirti che al momento ho alcune idee, …ma confuse.
Dove hai trovato gli ingredienti che sono serviti per scrivere questo libro?
- Gli ingredienti sono dappertutto. Principalmente nelle persone; anche se le loro storie, come dicevo, possono talvolta sembrare noiose basta cambiare un ingrediente, mettere il sale al posto dello zucchero, e diventano interessanti: non è detto che vengano gustose ma stai sicuro che cambiano!
Tre aggettivi per definire Stefano Bacci scrittore.
- Rubo la definizione che Alessandro Paci diede del grande Carlo Monni: “un po’ artista… un po’ poeta… un po’ fava”.
Nel ringraziarti per questo incontro, voglio concludere come ho principiato questo articolo… - ...ai miei inizi giornalistici incontrai degli “strani ragazzi”… che “facevano cose strane”... – alcuni di questi sono diventate delle persone serie, ma solo uno ha continuato a fare “cose strane”… ed è questo caro amico, Stefano, che ha intrapreso anche la carriera di scrittore al quale faccio un grande augurio di cuore per tutto… perché è una di quelle poche persone strane con il quale non mi ci sono mai stranito ma che, anzi, condivido ancora oggi molte delle sue stranezze… …ma forse, anche io, sono “uno strano”…
...Grazie, Stefano...
Maurizio Seby Bartolini
Direttore Responsabile
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